Storia della Martin Flash key.
La Società è stata fondata nel 1938 dai due figli di Horace Greeley Martin, fondatore della Vibroplex.
La Società nasce con l’aiuto economico di altri investitori.
La sede della costituenda Martin Research and Manufacturing Company era sita al numero 233 di Broadway Street, nella città di New York.
Scrive il noto collezionista Bill Holly K1BH nel Libro “The Vibroplex” dell’esistenza di un accordo tra Vibroplex e MR&M per lo sviluppo e la produzione di alcuni tasti semiautomatici
per conto della Vibroplex.
Ad oggi però non si è trovata alcuna traccia di questa particolare e mirata produzione.
Tra le varie ipotesi si pensa che questo accordo non è maturato con l'operatività del progetto iniziale, oppure la produzione durò così poco da non lasciare a noi alcuna testimonianza
concreta.
MR&M ha sviluppato e messo in commercio quattro modelli di tasti semiautomatici, tre con progetto simile alla produzione Vibroplex.
Il Martin Flash #1, deriva dall’Original della Vibroplex, il Martin Flash #4, deriva dal modello Bluracer della Vibroplex e il Martin Flash #6 deriva dal modello Lightning della Vibroplex.
Il quarto modello, nato come linea economica, denominato Martin Midget o "Amateur Flash Key" è completamente diverso dalla produzione Vibroplex, ha però una unica analogia con il raro Midget
dalla Vibroplex, il pivot di semplificato denominato “frame less”.
Riepilogando i tasti sono stati così denominati dalla Martin Research and Manifacture :
La MR&M ha prodotto anche un piccola chiave verticale applicabile sui terminali del bug, denominata “piggy-back”, un applicazione rara quanto una mosca bianca, molto ricercata dai
collezionisti.
MR&M non ha avuto una lunga produzione, infatti già nel dicembre del 1939, la J. H. Bunnell Company, Importante e storica casa costruttrice di apparecchiature telegrafiche Statunitense,
acquista la proprietà società MR&M.
Con l’ingresso della Bunnell nella produzione MR&M la produzione dei tasti resta quasi invariata nei modelli, cambiano le etichette, sia nella forma che nella sostanza. Infatti sulle targhe
spariscono i numeri seriali ed appaiono le nuove denominazioni dei modelli, come sotto indicato :
La Bunnell abbandona velocemente la produzione di questi favolosi tasti semiautomatici intorno ai primi anni ‘40.
Possiamo stimare la produzione ?
Partendo dal riscontro dei numeri seriali rilevati (compresi tra 5000 e 6000) si può ipotizzare che la Martin Flash key ha prodotto circa uno, massimo due mila esemplari in totale.
Invece per la produzione Bunnell Martin Flash non è possibile fare alcuna stima basata sul dato, in quanto l’abbandono della numerazione seriale non ci fornisce alcun dato utile allo scopo.
L’unica certezza è data dall’ osservazione, in circolazione ci sono davvero pochi esemplari, la scarsità è giustificata anche dalla limitata produzione durata solo pochi anni.
Ai fini del collezionismo assumono un maggior valore, legato alla loro storicità, i tasti prodotti direttamente dagli eredi di Horace Martin.
27 Gennaio 2018
Martin Flash #1 and Bunnell M.F. 5-48
Sotto esposti troverete il primo modello prodotto ed il successivo modello Bunnell.
Come potete osservare dalle due foto di comparazione, il modello Bunnell 5-48 ha la base più lunga di 5 mm. rispetto al modello M.Flash #1.
Operativamente identici.
La differenza tra uno o due pesi è ininfluente, in quanto all'epoca il secondo peso era un optional a pagamento e non una fornitura di serie.
28 Gennaio 2018
Martin Flash #6 and Bunnell M.F. 5-44
Sotto esposti ci sono i due modelli cromati della Martin Flash e della Bunnell M.F.
Come potete osservare dalle due foto di comparazione, il modello Bunnell 5-44 ha la base più sottile rispetto al modello M.Flash #6.
Operativamente è leggermente più veloce il Martin Flash.
E' bene precisare che la piccola differenza di "reazione" riscontrata nelle due chiavi può non riscontrarsi in altri due esemplari messi a confronto.
Cosa vuol dire questo ?
Se osserviamo la più nota produzione Vibroplex e prendiamo a confronto due chiavi di ugual modello, ma prodotte in anni diversi, può capitare di riscontrare delle piccole differenze di reazione.
Questo è dovuto essenzialmente dalle forniture che cambiano nel corso del tempo, ed anche dalla differente "cottura" dell'acciaio armonico utilizzato per far vibrare il pendolo, o anche la molla piatta dei punti.
Questi diversi materiali, n composizione ed in cottura generano acciai più o meno duri e quindi reazioni diverse tra tasti dello stesso modello e vi assicuro che non è la prima volta che mi capita un fatto del genere.
04 Febbraio 2018